Veicoli elettrici e pompe di calore potrebbero eliminare 110 ore di prezzi negativi dell'elettricità all'anno

2025-07-04
Un nuovo studio dimostra che i veicoli elettrici e le pompe di calore potrebbero ridurre di 110 ore all'anno i prezzi negativi dell'elettricità, riducendo le emissioni di CO₂, abbassando i costi e promuovendo l'integrazione delle energie rinnovabili.

La società di consulenza Enervis, su incarico della cooperativa di energia verde Green Planet Energy, ha pubblicato uno studio epocale che esplora come le pompe di calore e i veicoli elettrici (EV) possano influenzare i prezzi dell'elettricità, le emissioni di CO₂ e l'integrazione delle energie rinnovabili. Intitolato "Uso flessibile di pompe di calore e veicoli elettrici – Analisi dei benefici economici energetici," La ricerca evidenzia che i controlli operativi strategici, in particolare quelli allineati alle tariffe elettriche dinamiche, possono "semplificare la transizione energetica e rendere l'elettricità più accessibile a tutti", secondo Carolin Dähling, responsabile delle politiche e delle comunicazioni presso Green Planet Energy.

 

Lo studio quantifica gli effetti di stabilizzazione della rete elettrica derivanti dallo spostamento della domanda energetica dai tradizionali picchi mattutini e serali a mezzogiorno, attraverso l'uso intelligente di veicoli elettrici e pompe di calore. In particolare, Green Planet Energy sottolinea l'assenza di compromessi per le famiglie: "Sistemi intelligenti, come l'accumulo tampone, preriscaldano le pompe di calore in modo efficiente", mentre i proprietari di veicoli elettrici possono impostare scadenze di ricarica precise per evitare i periodi di punta.

 

I risultati principali includono:

 

Riduzione degli eventi di prezzo negativo: Tra il 2025 e il 2035, il numero annuale di ore con prezzi dell'elettricità negativi potrebbe ridursi del 110 ore in media, incrementando la redditività economica degli impianti eolici e solari.


Mitigazione degli sprechi energetici: Le perdite di energia legate allo spegnimento potrebbero diminuire di 6 terawattora all'anno, mentre diminuirebbe la dipendenza dalle costose centrali elettriche a gas naturale, ad alta intensità di carbonio.


Stabilizzazione dei prezzi: La flessibilità della domanda potrebbe ridurre i prezzi dell'elettricità di base di €3,60/MWh e prezzi massimi di €6,20/MWh (rispettivamente 0,36 e 0,62 centesimi per kWh). Il differenziale di prezzo medio del giorno prima si ridurrebbe di circa 20 €/MWh.


Riduzione delle emissioni di carbonio: Un utilizzo ridotto degli impianti a gas potrebbe portare 0,7 milioni di tonnellate di risparmio annuo di CO₂.

 

Ottimizzando la domanda attraverso la tecnologia e gli incentivi tariffari, lo studio ipotizza che i veicoli elettrici e le pompe di calore agiscano come doppi catalizzatori per un sistema energetico più economico, più pulito e più resiliente, dimostrando che la flessibilità è fondamentale per liberare il pieno potenziale della transizione verde.

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