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Gli ultimi mesi hanno portato una preziosa esperienza per le aziende di installazione ed elettriche che lavorano con il nuovo Regolazione del picco solare. Tuttavia, gli operatori del settore segnalano che permangono molti interrogativi su come le norme debbano essere applicate nella pratica. Per affrontare queste problematiche, un'associazione di categoria ha raccolto le proprie preoccupazioni e raccomandazioni in un documento di posizione presentato al ministero competente. Le principali aree di interesse riguardano principalmente sistemi fotovoltaici (FV) incontrollati con capacità inferiori a 25 kWp.
Il Regolazione del picco solare, entrata in vigore nel febbraio 2025, mira a prevenire bruschi cali dei prezzi dell'elettricità causati da un'eccessiva produzione di energia solare durante i periodi di elevata produzione. La norma richiede che gli impianti fotovoltaici diventino controllabili nell'ambito dell'attuale implementazione dei contatori intelligentiSono esenti i piccoli impianti da balcone con inverter fino a 800 watt. Per installazioni superiori a 7 kWp, tuttavia, sistemi di misurazione intelligenti e dispositivi di controllo sono obbligatori.
Finché questo lancio non sarà completato, un processo che secondo gli esperti potrebbe richiedere molto tempo, i nuovi sistemi fotovoltaici dovranno limitare il loro immissione di potenza attiva al 60 percento della loro capacità nominale.
Sebbene l'associazione di categoria abbia sostenuto la nuova regolamentazione durante la fase di consultazione, da allora sono emerse differenze di interpretazione tra installatori e gestori di reteper quanto riguarda l'implementazione. Il complesso contesto normativo spesso lascia incerti anche i professionisti più esperti sui requisiti di conformità. Questa confusione aumenta il rischio che i sistemi installati possano in seguito richiedere modifiche tecniche, con conseguenti costi aggiuntivi per gli operatori e potenziali controversie legali tra clienti e installatori.
Per evidenziare queste problematiche, l'associazione ha emesso un documento di posizionerichiede maggiore chiarezza e coerenza da parte delle autorità.
Una delle questioni più controverse riguarda sistemi di accumulo di batterie che funzionano esclusivamente con energia solare. Alcuni gestori di rete classificano tali sistemi come "impianti fittizi", sottoponendoli allo stesso limite di immissione in rete del 60% dei generatori fotovoltaici a cui si accompagnano. I rappresentanti del settore sostengono che questa interpretazione scoraggia i proprietari di sistemi dall'aggiungere batterie, sebbene immagazzinamento di energia è uno strumento fondamentale per bilanciamento del carico della rete e catturando picchi di produzione solaredurante le ore di mezzogiorno.
Per incoraggiare un uso più ampio di accumulo di batterie solariGli esperti raccomandano di applicare esplicitamente il limite del 60 percento solo alle unità di generazione di energia, non ai sistemi di accumulo connessi.
Prezzi in calo per moduli batteria hanno portato molti proprietari di impianti fotovoltaici a prendere in considerazione l'espansione dei sistemi di accumulo esistenti. Tuttavia, le norme che regolano tali espansioni rimangono poco chiare. Secondo il feedback del settore, l'aggiornamento di un sistema di accumulo potrebbe potenzialmente invalidarne la validità, creando incertezza sulla conformità e scoraggiando aggiornamenti ragionevoli. Per evitare questo risultato, gli esperti suggeriscono di mantenere la tutela legale per i sistemi esistenti sottoposti a espansione moderata della capacità.
Un altro ambito di ambiguità riguarda i requisiti di controllo per gli impianti fotovoltaici previsti dal nuovo regolamento. Gli installatori hanno il compito di garantire che gli impianti dei clienti siano conformi a molteplici quadri normativi, a volte contrastanti. Le disposizioni riviste del Renewable Energy Act impongono ai proprietari degli impianti di abilitare il controllo di potenza di immissione, consentendo ottimizzazione dell'autoconsumo — una caratteristica ampiamente accolta con favore dal settore.
Tuttavia, le norme di gestione della rete esistenti, previste dalla legislazione energetica separata, fanno ancora riferimento al controllo di generazione di energia, non immissione in rete. Questa discrepanza implica che, durante gli interventi sulla rete, gli impianti fotovoltaici potrebbero essere completamente disattivati, impedendo ai proprietari di utilizzare l'elettricità prodotta e costringendoli ad acquistare energia dalla rete. Tali incongruenze creano incertezza in merito al fattibilità economica degli investimenti nel fotovoltaico e complicare la pianificazione e l'installazione del sistema.
Per garantire chiarezza a tutti gli operatori del sistema, l'associazione di settore raccomanda linee guida nazionali standardizzate che regolano la controllabilità degli impianti fotovoltaici. Tali norme, suggerisce, dovrebbero concentrarsi esclusivamente su prestazioni di immissione, come previsto dal Renewable Energy Act, piuttosto che sulla generazione totale.
L'associazione sottolinea che una regolamentazione semplificata non solo aumenterebbe la certezza del diritto per le imprese e i consumatori, ma rafforzerebbe anche la fiducia nel processo di transizione energetica. Semplificare le procedure amministrative e chiarire i requisiti tecnici contribuirebbe ad accelerare l'implementazione di energia solare e sistemi di accumulo di energia, garantendo un percorso più agevole verso un futuro energetico più resiliente e sostenibile.
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